What’s happened?
Ci risiamo, a poco più di un anno e mezzo dalla fine definitiva del mercato tutelato per l’energia elettrica sorgono nuove e nebulose ipotesi sul destino di quella fetta (70%) di clienti che non ha ancora optato per il mercato libero. Il problema principale che sorge ora è un problema di antitrust: il 70% di clienti è infatti gestito da Enel e da Servizio Elettrico Nazionale (la società di Enel che si occupa dei clienti nel mercato tutelato). Se tutti i clienti in maggior tutela a luglio 2019 venissero traghettati verso il proprio fornitore in libero mercato si avrebbe, evidentemente, un serio problema di libera concorrenza, andando in antitesi con l’obiettivo del decreto Bersani 79/1999 sulla liberalizzazione del mercato elettrico.
Nello specifico…
Infatti il percorso naturale di liberalizzazione (adottato anche dagli altri Paesi europei) prevederebbe un passaggio continuativo dei clienti che non hanno ancora fatto una scelta al proprio fornitore storico in maggior tutela. Questo tuttavia porterebbe ad un aumento della quota di mercato di Enel, dal 20% attuale al 70%.
La questione era già stata sollevata dal Senato il quale aveva proposto un passaggio di pacchetti di clienti al mercato di salvaguardia mediante aste territoriali. Passaggio che avrebbe potuto essere economicamente più gravoso per le tasche dei consumatori in quanto la salvaguardia è nettamente più costosa della tutela per definizione, avendo l’obiettivo di spingere i clienti a scegliere un fornitore in libero mercato. La proposta sì è arenata alla Camera.
Adesso la questione si pone su un altro livello: non più sul tentativo di “forzare” la liberalizzazione lato domanda, ma di ridurre il potere dell’ex monopolista che non favorirebbe un mercato libero ed equo.
Ed ecco che fanno nuovamente capolino all’orizzonte le aste di quote di clienti organizzate a scaglioni nel tempo che porterebbe ad una riduzione progressiva delle quote di Enel: dal 60% di obiettivo a fine 2019, al 50% a fine 2020 per arrivare a un 40% a fine 2021. Al termine del triennio si farà un’asta conclusiva che comprenderà i clienti in tutela residui di Enel e di tutte le ex municipalizzate, se supereranno il tetto del 40%. Durante questo periodo e a partire dal 1° luglio 2019 Enel dovrà inoltre astenersi dal convertire i suoi clienti ex tutelati al mercato libero e sarà obbligata ad applicare una tariffa (PLACET) con le caratteristiche imposte dall’Autorità
Le aste saranno organizzate dal’Autorità per l’energia elettrica e dall’Agcm e ai clienti sarà comunque garantita la possibilità di rifiutare di essere sottoposti all’asta o di passare al nuovo fornitore.
Resta da chiedersi però cosa si può fare per evitare questo smembramento innaturale di clienti e fare in modo che gli stessi scelgano spontaneamente a quale fornitore affidarsi.
I problemi sostanziali sono due: la scarsa propensione ad interessarsi alle varie tariffe dei vari operatori e la cosiddetta “povertà energetica”.
Per il primo punto, la Legge sulla Concorrenza prevede un piano informativo in bolletta con una comparazione delle offerte presenti sul mercato per aiutarli nella scelta. Per il secondo punto si sta cercando ancora una soluzione (un’ipotesi è quella di unire il bonus elettrico e gas in un’unica erogazione).
Quel che è certo è che per i 24 milioni di italiani ancora in maggior tutela non vi è ancora un destino chiaramente delineato.